Commento de “La Roba”
Commento de “La Roba”

Commento de “La Roba”

Il vero valore della vita non è il denaro!

Un po’ sull’autore e sul suo pensiero

Giovanni Verga, nato a Catania nel 1840, era inizialmente un poeta romantico di grande successo. Dopo un viaggio a Milano, però, preferisce convertirsi alla corrente naturalistica, inaugurando in Italia un movimento letterario simile: il Verismo. Con le sue novelle, Verga inizia a descrivere con la tecnica della focalizzazione esterna e dello estraniamento, la triste realtà degli umili così come si presenta, senza esprimere giudizi personali, ma lasciando “parlare i fatti da sé”. Verga fotografa la scena riportandola con un tono desolato e drammatico e con linguaggio semplice e popolare facendo parlare in dialetto i personaggi nei loro dialoghi. Lo scrittore preferisce analizzare la difficile e triste situazione della gente del Sud, emarginata e dimenticata dalla fiumana del progresso che dopo il 1861 afferisce solo il Nord Italia. Nelle opere di Verga, i fatti vengono descritti con un cupo pessimismo per il quale la vita è una lotta, e nonostante l’impegno e la forza di volontà, si è destinati inevitabilmente alla sconfitta. Verga, infatti, vede le persone umili, contadini, minatori e operai, come persone che non possono riscattarsi.

La Novella…

In questa novella, anche il titolo “La roba” ci fa capire il fortissimo desiderio degli umili di tentare la scalata sociale: il protagonista Mazzarò, un povero bracciante agricolo, sfruttato e maltrattato, cerca di uscire dalla sua situazione di povertà  e dalla sua miseria lavorando durissimamente. Mazzarò vive di grandi sacrifici e privazioni: mai un sorriso, mai un divertimento, mai una serata con gli amici, mai uno sfizio, solo duro lavoro per risparmiare denaro e con quel poco denaro, comprare terre fino a possedere tanta “roba” (terre, uliveti, vigne, mandrie, greggi e fattorie). La sua, diventa una vera e propria ossessione per la “roba” che però non gli regala la felicità perché anzi, finisce per diventare schiavo… schiavo delle sue ricchezze. Solo quando sta per morire, avverte un senso di ribellione, perché si rende conto che dovrà abbandonare quella “roba” che gli è costata tanta fatica e quindi di aver vissuto una vita inutile.

il Protagonista

Mazzarò è un tipo chiuso, per niente affettuoso, asociale, concreto, egoista che pensa solo a migliorare la sua situazione economica e sociale come se volesse riscattarsi dalla miseria in cui era nato e dalle umiliazioni che aveva ricevuto dal suo padrone.

Tema e messaggio

Verga in questa novella, tratta il tema della povertà che incattivisce le persone, portandole a desiderare la ricchezza a tutti i costi, sacrificando i rapporti con gli altri e la felicità personale. Il narratore (esterno) non esprime giudizi sul personaggio, né tantomeno sulla storia narrata, ma riesce ugualmente a comunicare benissimo il suo messaggio al lettore:

non bisogna diventare schiavi del denaro e delle ricchezze e far sì che esse diventino la nostra unica ragione di vita, bisogna godersi la vita perché quando tutto giungerà al termine, i beni materiali svaniranno, come se non fossero mai esistiti, mentre invece gli amori, le amicizie, le gioie, i bei momenti passati con affianco persone speciali, ci accompagneranno anche nella vita ultraterrena, rimanendo sempre nel nostro cuore.

Verga sembra quasi uno scienziato perché analizza una problematica del suo tempo in tutta la sua verità. Si avverte comunque molta tristezza e un senso di pessimismo nella storia di questo personaggio che cerca di riscattarsi, ma finisce per diventare una vittima del suo stesso riscatto perché il destino lo condanna ad una vita infelice e solitaria.

Credo che tutti abbiano il diritto di migliorare, ma le ricchezze e il denaro non devono mai diventare la nostra unica ragione di vita, né tantomeno farci scivolare nell’egoismo e nella cattiveria verso il prossimo.

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